Interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Istruzione e del Merito

Premesso che:

Marisa Francescangeli è una maestra di 58 anni della scuola primaria di San Vero Milis, provincia di Oristano che per intrattenere gli alunni durante un’ora di supplenza alla vigilia dello scorso Natale ha fatto comporre un bracciale di perle e recitare un’Ave Maria. Di fronte alle proteste di due genitori e alla convocazione di una riunione speciale da parte del dirigente della scuola la Maestra Marisa si è sinceramente scusata, ritenendo il fatto innocuo poiché tutti i bambini frequentavano l’ora di Religione e si stavano preparando per la Prima Comunione; a seguito di tale episodio l’Ufficio Scolastico Provinciale di Oristano ha sospeso la maestra per 20 giorni dall’insegnamento e le ha decurtato lo stipendio, provocando le legittime e condivisibili proteste delle famiglie, della scuola, dei colleghi, dei sindacati e delle associazioni di insegnanti; appare paradossale che, a fronte di reiterati tentativi di introdurre negli ordinamenti scolastici ideologie di genere che possono destabilizzare il processo di crescita degli individui più giovani, si sanzioni invece chi propone agli alunni elementi fondamentali della nostra identità culturale nazionale; va ricordato che i Patti Lateranensi sanciscano come l’Italia consideri fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica. E perciò consente che l’insegnamento religioso abbia uno sviluppo nelle scuole elementari e medie.

Per sapere:

se il ministro interrogato non ritenga tale provvedimento disciplinare adottato dall’ufficio scolastico provinciale eccessivo e assolutamente sproporzionato rispetto a quanto accaduto, anche in considerazione delle immediate scuse della stessa maestra; se non valuti inopportuno e inappropriato il comportamento dell’ufficio scolastico provinciale anche alla luce della libertà di insegnamento religioso, sancito dalle norme concordatarie e costituzionali e non ritenga necessario revocare detti provvedimenti disciplinari adottati nei confronti della maestra; se non intenda avviare un’immediata ispezione da parte dei preposti organi ministeriali al fine di accertare se il pronunciamento dell’ufficio scolastico provinciale sia stato dettato da gravi e inaccettabili motivi di intolleranza ideologica, laicista, anticristiana e come tali incompatibili con la libertà di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado ed eventualmente, ove riscontrato quanto sopra esposto, non reputi di sollevare i componenti dell’ufficio centrale disciplinare di Oristano dai propri incarichi anche alla luce dell’evidente contrasto posto in essere dal loro pronunciamento con le norme concordatarie in tema di libertà di insegnamento.

Senatore Lavinia Mennuni
Gruppo Parlamentare Fratelli d’Italia