Nell’ultimo convegno della seconda giornata si è parlato dello sviluppo del paese in riferimento al codice degli appalti. Quanto influisce questo codice nella definizione del rating? E fino a che punto gli investitori stranieri vengono allontanati dalla pecularietà molto italiana di complicare gli appalti?

 

Michele Corradino, presidente di sezione del Consiglio di Stato, ha riferito che il nuovo codice è stato riscritto non soltanto da tecnici e ingegneri ma anche da specialisti di settore, compreso un esponente della Crusca, per un linguaggio più comprensibile. “Quando entrerà in vigore ci saranno gli allegati per l’attuazione, con la facoltà governativa di poterli modificare. Il Codice è stato già  consegnato al governo. La scadenza per l’entrata in vigore è la fine del prossimo marzo e del 30 giugno per un’entrata effettiva ed efficace”.

Claudio Maria Oriolo, direttore degli Affari legali di Rete ferroviaria italiana, ha detto: “Nuovo codice? Lo salutiamo con favore, tenendo presente che ci sono 17 mila chilometri di ferrovie e fondi per 110 miliardi di opere che, se non si concludono nei tempi, rischiamo di perderli. Serve un quadro di regole per contrarre i tempi, ma anche competenze aziendali giuste per chiudere la fase esecutiva del contratto”.

 

Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità anticorruzione, ha affrontato i problemi del subappalto: “Dopo le sentenze della Corte di Giustizia, abbiamo segnalato l’esigenza di aumentare la controllabilità del subappalto, per salvaguardare correttezza e concorrenza. Quanto al contenzioso, abbiamo cominciato a far collaborare le imprese al controllo degli atti proprio per ridurre i tempi ed eliminare i ricorsi”.

 

Gabriella Palmieri Sandulli, avvocato generale dello Stato, ha rivendicato il ruolo dei propri avvocati nella stesura del nuovo codice e adattare così le normative vincolanti della Corte di giustizia europea alla legislazione dei nostri codici in materia. “Modello Genova non è replicabile tour court, ma si può modulare a singole fattispecie. E quindi, digitalizzazione, specializzazione del personale e volontà di adeguarsi in breve a un servizio qualitativo globale della Pubblica amministrazione”.

 

Carlo Martino, presidente di Confapi Puglia: “Su 1.290 pozzi per estrazione del gas, 795 sono bloccati dai partiti del no o dalla mancanza di autorizzazioni. Caro energia? Il gas che abbiamo noi costerebbe 5 centesimi rispetto ai 70 del gas russo. Potremmo estrarne 30 miliardi di metri cubi. Faccio un esempio: un impianto a Taranto per turbine eoliche nello Ionio è stato bloccato per 14 anni. Stessi tempi-record per un impianto di biomasse al nord. È la burocrazia che ferma tutto. Speriamo che il nuovo codice sblocchi le cose”.

Sticchi Damiani, presidente ACI: “Rischiamo di perdere la formula 1 a Monza.  Ci sono cento milioni stanziati per la messa in sicurezza del circuito, ma con le attuali normative e tutte le procedure previste per le gare d’appalto e l’affidamento dei lavori rischiamo di finire fuori tempo massimo. Quest’anno l’impianto ha compiuto cent’anni, è il terzo per anzianità dopo quelli di Brooklands e Indianapolis, ha sempre ospitato le gare di formula uno dalla prima del 1950 e 87 gran premi su 92 disputati. La pista, le tribune i parcheggi sono tutti all’interno del parco e della villa reale di Monza, patrimonio del nostro paese. Auspico procedure semplificate nel nuovo Codice degli appalti, che possano consentirci lavori rapidi per mettere in sicurezza tutto l’impianto e per regolare meglio il flusso pedonale  Con i tempi previsti dalle attuali normative e procedure non potremmo farcela. È un discorso che riguarda il problema più generale della sicurezza, che rientra in quello più vasto della mobilità e quindi compito dell’Aci. Sicurezza che, dopo la riduzione degli incidenti stradali dovuti alla ridotta circolazione per il Covid, sono in preoccupante ripresa soprattutto per quanto riguarda pedoni, ciclisti e monopattini”.

 


 

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Redazione IUS101.it