L’Italia è stata apripista nell’antiriciclaggio, ha portato avanti una legislazione tuttora studiata in altri paesi europei e sarebbe la sede ideale dell’Authority europea di settore. È quanto emerso dall’incontro tra Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale della Banca d’Italia; Claudio Clemente, direttore Unità Informazione Finanziaria per l’Italia; Giuseppe Arbore, generale a capo del III Reparto “Operazioni” del Comando generale della Guardia di Finanza; Maria Vittoria De Simone, procuratore aggiunto Direzione Nazionale Antimafia; Giulio Biino, presidente del Consiglio Nazionale del Notariato. In collegamento da Boston c’era Silvio Micali, fondatore di Algorand e professore al MIT di Boston. A moderare Giuseppe Brindisi, vice direttore VideoNews Mediaset.
Secondo Biino, dal momento che “abbiamo insegnato al mondo il metodo ‘follow the money’, siamo il luogo naturale per la sede di questa agenzia europea”. Biino ha rivendicato il risultato del comparto notarile contro il riciclaggio: “Oltre il 90% delle segnalazioni che arrivano dai professionisti sono proprio quelle dei notai. Noi ci sentiamo un presidio di legalità”. Da parte sua, invece, Clemente ha ricordato che quest’anno ci sono state 150 mila segnalazioni. “L’immissione di soldi pubblici durante la pandemia – ha sottolineato – ha attirato la criminalità. Vale lo stesso per il Pnrr”.
Questo dato è stato confermato da De Simone, che ha confermato come “la vigilanza debba essere massima, soprattutto nella gestione degli appalti, uno dei settori maggiormente esposti alle infiltrazioni”. Quanto alle criptovalute, sono strumenti che “per la loro intrinseca opacità si prestano al riciclaggio”.
Da questo punto, con “un occhio globale”, è ripartita Perrazzelli, ribadendo che la Banca d’Italia “non vuole bloccare l’innovazione ma ci sono paletti molto chiari da rispettare”. Ha elencato una serie di criticità “dagli attacchi cyber ai default di sistema”, così come “la tutela della privacy e il tema della concentrazione di mercato. Abbiamo bisogno – ha spiegato – che i nostri ispettori diventino sempre più capaci di controllare i modelli”.
Secondo il generale Arbore “il sistema chiede ai soggetti privati di collaborare con le segnalazioni”. È un tipo di tecnologia “guidata dall’esperienza dell’uomo, che va continuamente maturata. Ogni segnalazione viene analizzata. Quello italiano – ha osservato l’ufficiale delle Fiamme gialle – è un sistema vincente, in Germania vogliono istituire una forza di polizia come la Gdf”. Per Micali, “riciclare denaro sulla Blockchain non è un atto scaltro”. Infatti, solo lo “0,05% di soldi sporchi vengono riciclati sulle blockchain. Il docente del MIT ha concluso che “la Blockchain può aiutare il sistema anche nella prevenzione, crittografando per esempio le offerte di un bando, senza essere mai alterate.
E può così garantire l’incorruttibilità di tutto il processo d’appalto”.
Redazione IUS101.it