Mai come quest’anno, temperature a parte, le spiagge italiane sono state bollenti.

Il braccio di ferro tra Italia e Europa sulle sorti delle concessioni demaniali marittime e, in particolar modo, quelle afferenti agli stabilimenti balneari, va ben oltre il diverso modo di guardare ad una grande risorsa del Paese -l’industria della recettività marina- in quanto coinvolge interessi pubblici e privati tra loro estremamente eterogenei e delicati.

Il tema delle concessioni balneari non riguarda, infatti, solo chi gestisce o chi andrà a gestire le spiagge del nostro Paese, ma tutta una consistente parte del settore turistico italiano; di  conseguenza va trattato con la doverosa e scrupolosa attenzione che merita.

Certamente le coste italiane sono una enorme risorsa che, come tale, va affidata nel rispetto delle regole della massima trasparenza e concorrenza. Ma a rendere risorsa i nostri lidi non è stata e non è solo Madre Natura, ma sono stati e sono anche gli sforzi, in termini di investimenti fatti e di servizi resi, da parte dei concessionari, nonché le prestazioni offerte dal personale impiegato negli stabilimenti.

Lo provano gli utenti degli stabilimenti balneari, i quali, nel confermare di anno in anno la loro affezione ai nostri lidi, non fanno semplicemente altro che manifestare il loro interesse acché vengano salvaguardate le strutture, le attrezzature, i servizi ed il personale, a cui si rivolgono durante l’estate.

Una nota canzone recita: “Per quest’anno non cambiare. Stessa spiaggia stesso mare. Per poterti rivedere. Per tornare, per restare. Insieme a te.

Non si può parlare di concessioni balneari senza comparare tra loro tutti quanti i fattori in gioco, trovando i giusti e gli opportuni equilibri: senza anacronismi certo, senza sproporzioni dei canoni altrettanto certo, ma anche senza unilateralismi che finiscono per essere ciechi di fronte ad una realtà cui l’economia nazionale molto deve e su cui molto – specie nelle prospettive che immaginiamo – deve continuare a poter contare.

Cristina Lenoci
avvocato
Membro del Comitato esecutivo del Salone della Giustizia