Cambia, dopo 75 anni, la normativa sulla diffamazione. Un apposito disegno di legge è stato illustrato al Senato e già dalle firme dei presentatori si intuisce che la maggioranza è pronta a sostenerlo: primo firmatario è Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionale di Palazzo Madama, e l’iniziativa è sostenuta da altri 16 rappresentanti di forze governative. Il ddl contiene “Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n.47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile, in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale, e disposizione a tutela del soggetto diffamato particolari”.

Siamo insomma alla vigilia di una vera e propria rivoluzione della materia: oltre alla carta stampata (libri compresi) vengono prese in considerazione radio e tv, Internet e pubblicazioni on line. Chi scrive non rischierà più il carcere, ma viene assicurata “una celere tutela” delle persone che si ritengono offese da qualsiasi “mezzo di diffusione”, fermo restando il diritto di cronaca e il segreto professionale dei giornalisti sulla fonte delle notizie.

Viene quindi prevista la riscrittura dell’articolo 8 – nella parte che riguardava rettifiche e smentite – per consentire a chiunque, senza lungaggini processuali, di ripristinare la propria dignità violata da immagini o attribuzioni di “atti, pensieri o affermazioni” che si ritengono ingiuriose o diffamatorie.

Ci saranno nuove procedure sui tempi e i meccanismi della “Rettifica dell’interessato”, sulle sanzioni in caso di inadempienza (da 5.165 euro a dieci volte tanto), sulle procedure di conciliazione. Altri elementi degni di nota riguardano i siti internet e i motori di ricerca, i diritti degli eredi a proseguire le vertenze in caso di morte dell’interessato, la condanna del querelante – se ha torto – a pagare una somma da 2.000 a 10.000 euro. Per la diffamazione sarà competente “il giudice del luogo di residenza della persona offesa”.

Il disegno di legge consta di sette articoli e contiene le linee guida per innovare, integrare e abolire la precedente normativa. A seguire il testo completo che illustra l’iniziativa in tutti i particolari. (SCARICA IL DISEGNO DI LEGGE)

Roberto Chiodi
direttore editoriale IUS101.IT