“L’abuso di custodia cautelare è una delle piaghe della giustizia in questo paese”: lo ha detto Enrico Costa, esponente di Azione, intervistato da Davide Varì, direttore de Il Dubbio. Costa ha affrontato uno dei temi più discussi e controversi del sistema giudiziario, partendo proprio da una dichiarazione del nuovo Guardasigilli Carlo Nordio, secondo il quale ci vorrebbe un collegio di tre giudici. “Io – ha spiegato l’esponente di Azione – avevo presentato questa proposta ai tempi di Cartabia, e mi avevano detto di no. La collegialità è un elemento importante quando a rischio sono diritti importantissimi”.

Per Costa c’è un tema di responsabilizzazione del pubblico ministero. Quando un imputato viene assolto in primo e poi in secondo grado, tutto questo “deve incidere sulle valutazioni di professionalità” del magistrato inquirente. Perché, in tali casi, c’è sia un tema di ingiusta detenzione sia di presunzione di innocenza che non deve mai essere dimenticata. Inoltre, sempre secondo Costa, “non c’è nessun bavaglio alla stampa” con la riforma Cartabia, “perché le comunicazioni sulle inchieste vengono fornite per iscritto”.

L’esponente di Azione ha definito una “lacuna pesantissima”,  in tema di presunzione di innocenza, il fatto che si possa pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare. “Lo Stato – ha precisato – deve essere in condizione di svolgere indagini, ma deve anche garantire che, se una persona entra in questo ingranaggio, deve poter tornare nella società integro come prima”. Quindi va tutelato il diritto all’oblio. Infine, il suo appello sull’abuso di ufficio: “Va eliminato”.

 

 

 

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Redazione IUS101.it