“Faremo un’opposizione intransigente, implacabile. Rispetteremo gli impegni presi con i nostri elettori. Se il Pd vuole condividere le nostre battaglie, sa dove trovarci”. Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle ha sostenuto per mezz’ora il fuoco di fila di domande che gli ha rivolto Alessia Lautone, direttore dell’agenzia La Presse. Vediamo in breve tutti gli argomenti.
Meloni. Dovendo delineare un piano programmatico che si presume possa durare cinque anni, ha evitato di parlare di pace o di una via di uscita da questo conflitto che sta incidendo così pesantemente nella nostra vita di tutti i giorni e che ci espone addirittura a un rischio nucleare. Silenzio assoluto su giovani, scuola, ricerca.
Poi ci sono quattro milioni 300 mila lavoratori con un contratto precario e “sapete quanto tempo a volte durano questi contratti? Ebbene, nel 13 per cento durano un giorno solo!”
Sanità. Non ci sono proposte sulla pandemia, soltanto l’insistenza sul numero dei morti eccessivo, senza considerare che la nostra aspettativa di vita è tra le più alte al mondo e che, purtroppo, i nostri anziani ci arrivano spesso molto malandati .
Reddito di cittadinanza. Sarebbe bastato chiedere ai presidenti delle 14 regioni amministrate dal centrodestra che se le cose non hanno funzionato sono dipese dalla loro decisione di non potenziare i centri per l’impiego.
Ucraina. Ferma condanna dell’aggressione, ma adesso basta fornire armi. Occorre un negoziato di pace “e al tavolo vogliamo sederci anche noi”.
Nordio. L’inalterabilità delle sentenze di primo piano è un ritorno al passato, far svanire un processo se dopo due anni di appello ancora non è finito, equivale a lasciare le vittime senza giustizia. Meglio investire nelle risorse e migliorare la macchina e il servizio.
CSM. La separazione delle carriere già esiste ed è rigorosamente limitata. Si possono rivedere i meccanismi e puntare poi alla composizione di un Consiglio che rispetti sempre autonomia dei giudici.
Contanti. Avevamo dimezzato il possesso a mille euro, decuplicarlo vuol dire tornare alle mazzette in nero, agli spalloni che portano di nascosto i soldi all’estero, all’economista sommersa. Stesso discorso sulla Flat, la maggioranza ragiona su tre proposte diverse e si è rimangiata la solita promessa elettorale di ridurre le tasse. Bisogna farle pagare di meno a tutti, recuperando i cento miliardi annuali dell’economia sommersa.
Redazione IUS101.it