Giustizia, Rosato apre a una riforma condivisa: Necessaria responsabilizzazione

Individuare percorsi condivisi fra politica e magistratura per una riforma della giustizia. E ancora, un’apertura di credito nei riguardi del nuovo Guardasigilli Carlo Nordio, perché l’opposizione si misura dalla sua azione propositiva e migliorativa dei provvedimenti dell’esecutivo.

Ettore Rosato, presidente nazionale Italia Viva, ha tracciato la posizione del suo partito sui temi della giustizia in questa legislatura intervistato da Paolo Liguori, direttore TGCOM 24. L’occasione è stata quella del primo Face to face della seconda giornata del Salone della Giustizia. Il presidente di Italia Viva, che ha ribadito una linea garantista, ha espresso un “giudizio positivo” sulla riforma Cartabia. Quanto al Csm, nella riforma non ha trovato nulla che faccia la differenza. Rosato ha espresso fiducia in Nordio, al quale ha riconosciuto di avere una visione chiara sul punto chiave della presunzione di innocenza. A questo tema è collegato quello del ruolo dell’informazione: “C’è bisogno – ha spiegato – di autoregolamentazione da parte del mondo dell’informazione sui contenuti delle intercettazioni da pubblicare”.

Allo stesso modo, ha continuato citando Nordio, “il magistrato è responsabile delle intercettazioni pubblicate sui giornali. Una funzione ha sempre un elenco di responsabilità”. Il presidente di Italia Viva si è prima chiesto quando ci sia stata l’ultima condanna per una fuga di notizie, poi è arrivato l’affondo, in riferimento alle vicende dell’inchiesta Open (che ha coinvolto il suo partito): “Il danno alla reputazione politica di chi viene assolto perché il fatto non sussiste è irreparabile”.
Rosato ha teso la mano alla maggioranza sui temi della giustizia, ricordando inoltre che “i magistrati hanno bisogno di più strumenti e vogliono lavorare (in maggioranza) fuori dai riflettori”.

Allo stesso tempo, ha ammonito, “serve una riforma del Csm, con una valutazione vera dei magistrati”. Il punto fondamentale, ha continuato, è che “bisogna disarticolare il sistema di potere delle correnti nella magistratura. C’è molta più politica nel Csm che nel Parlamento, dove c’è più dialettica”. Il presidente di Italia Viva ha teso la mano anche alla magistratura (“occorre condivisione nella definizione di percorsi”) ma ha sottolineato che “molte intercettazioni vengono fatte a strascico. Ma sono vietate dalla legge”.

Per Rosato ci sono “procure che si specializzano in processi mediatici e poi non fanno altre indagini”, con la conseguenza che ci sono “vittime di processi che non si celebrano perché non mediatici”. Infine, ha ricordato il grande potere dei magistrati nella limitazione della libertà e la responsabilità di questo potere, condannando la pratica degli “arresti punitivi”.

 

 

 

 

 

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Redazione IUS101.it