Dobbiamo fare una riforma strutturale di ampia portata del mercato dell’elettricità. Questo all’inizio del prossimo anno. Abbiamo bisogno di uno strumento di emergenza che agisca più rapidamente. Stiamo parlando di settimane. Sul tavolo Ue c’è l’opzione di uno sganciamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas. Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Per questo stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità. Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo. Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%. In definitiva il modo migliore per sbarazzarsi dei combustibili fossili russi è accelerare la nostra transizione verso fonti energetiche verdi. Ogni chilowattora di elettricità che l’Europa genera da energia solare, eolica, idroelettrica, da biomasse dal geotermico o dall’idrogeno verde ci rende meno dipendenti dal gas russo. Oggi il prezzo dell’energia solare ed eolica è più conveniente dei combustibili fossili inquinanti. Ecco perché, con la nostra iniziativa RePowerEU, investiremo fino a 300 miliardi di euro per accelerare la svolta verde.

All’inizio di quest’anno, Russia e Cina hanno apertamente dichiarato una ‘partnership illimitata’. E solo poche settimane dopo la Russia ha lanciato la sua guerra contro l’Ucraina. Il messaggio non potrebbe essere più esplicito. Se vogliamo preservare i principi fondamentali, come l’autodeterminazione e l’inviolabilità dei confini, Putin non può vincere questa guerra: l’Ucraina deve vincere questa guerra.

Nel giro di pochi giorni e settimane abbiamo approvato le sanzioni di più ampia portata mai attuate. E le sanzioni stanno causando danni colossali alla capacità del Cremlino di fare la guerra, lo ha ammesso lo stesso Putin. E il danno non potrà che aumentare nel tempo. Lo stiamo facendo per l’Ucraina e lo facciamo per difendere i nostri valori europei. Ma lo stiamo facendo anche per dimostrare, alla Russia e al mondo, che infrangere le regole condivise a livello internazionale ha un costo enorme. Ma questo sforzo deve essere accompagnato da un nuovo pensiero strategico europeo. In primo luogo, per difendere nel tempo l’ordine basato sulle regole, dobbiamo neutralizzare la capacità di ricatto della Russia e rafforzare le nostre capacità di azione. In secondo luogo, dobbiamo sostenere le democrazie più esposte alle minacce straniere, e non penso solo all’Ucraina, ma anche ai Balcani occidentali. E terzo, dobbiamo guardare oltre, ai cambiamenti geopolitici globali, e usare la nostra forza economica per preservare ed espandere l’ordine globale basato sulle regole.

Il prezzo da pagare per il petrolio e gas della Russia è la perdita di sovranità e indipendenza. Non vogliono partner, ma vassalli. E non si tratta solo del Cremlino. Decine di Paesi sono sull’orlo del default perché non possono pagare il loro debito con la Cina. E alcuni hanno già fatto default. il potere delle democrazie, la nostra capacità di plasmare il mondo di domani, dipende in larga misura dalla capacità di proporre un modello economico che funzioni per tutti. Un modello di crescita adatto alle sfide di questo secolo, a partire dal cambiamento climatico e dalla digitalizzazione di tutti i settori economici. È urgente creare l’infrastruttura materiale della futura economia mondiale. Un’economia che sia davvero sostenibile per il nostro pianeta e che offra prosperità al maggior numero di persone. Perché gli investimenti e le infrastrutture contribuiscono a plasmare le regole del nostro mondo.

Ecco perché abbiamo proposto Global Gateway 300 miliardi di euro di investimenti. Questo è il nostro approccio ai grandi progetti infrastrutturali: basato sul valore, trasparente e aperto al settore privato. Infrastrutture che apportano benefici duraturi alle comunità locali

Ursula von der Leyen
presidente Commissione UE

* intervento al Bled Strategic Forum