L’omaggio silenzioso del presidente Mattarella alle vittime del naufragio di Crotone ha steso un velo pietoso, sulle dichiarazioni inopportune, le strumentalizzazioni politiche e il solito scarica barile. Parole polemiche che non hanno fatto onore alla nostra storia. Non voglio entrare nel merito delle responsabilità di questo o di quello che sia Frontex, la Guardia di Finanza o la Guardia Costiera. Se ci sono state omissioni, sarà la magistratura a stabilirlo. È evidente però che qualcosa non ha funzionato se a pochi metri dalla nostra civiltà hanno perso la vita tante persone, famiglie e bambini, in fuga dall’orrore della guerra, dai talebani, dalla fame. Non possiamo però dimenticare che le nostre forze armate in particolare la Guardia Costiera si sono sempre prodigate nel salvare tutte le persone in difficoltà, con generosità e rispettando le legge internazionali, ma soprattutto l’obbligo morale di non voltarsi dall’altra parte. Ma quello che è stato davvero insopportabile è il fiume di parole che abbiamo ascoltato a cominciare da quelle del ministro Piantedosi che per fortuna ha corretto, se pur tardivamente il giorno dopo, quelle affermazioni che tanto avevano suscitato scalpore, per finire a quelle di chi ha voluto subito attribuire la colpa al nuovo Governo, a quel ministro per incassare un vantaggio politico. Di fronte a una tale tragedia, tutti dovrebbero tacere, riflettere, rispettare il lutto, così come ha fatto Sergio Mattarella, che ancora una volta ha dato a tutti una lezione di civiltà e stile, inginocchiandosi davanti a quelle bare e ricordando con questo gesto silenzioso a tutti, il valore della dignità umana e il dovere della solidarietà, stella polare della convivenza civile, della Costituzione. Quei valori che ci distinguono dai regimi, dalle dittature e dalle indifferenze.

Luigi Contu
direttore Ansa