L’aumento spinto dai beni energetici che ha colpito soprattutto il settore alimentare si allarga ai servizi ed al turismo. L’inflazione in Europa sta viaggiando alla velocità dell’11,5%. «Per trovare un precedente bisogna tornare indietro fino a gennaio del 1986» commentano gli analisti di Vamonos Vacanze, il tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo, che ha rilevato i trend dei prezzi per il comparto dei viaggi.

L’inflazione partita dai beni energetici e dagli sconvolgimenti legati al conflitto in Ucraina insomma continua a propagarsi. «Se fino ad ora in Italia lo aveva fatto a velocità più contenuta rispetto a Germania, Spagna ed Usa, ora ci stiamo riallineando verso l’alto, al 12%» sottolinea Emma Lenoci, ideatrice di Vamonos Vacanze.

Guardando più in dettaglio, la propagazione non è omogenea: spicca l’alimentare mentre in altri settori le aziende non hanno ancora aumentato troppo i prezzi e stanno anzi facendo muro comprimendo i margini. Si prevede un numero pari a 30 milioni di connazionali che andranno in viaggio una o più volte tra luglio e settembre 2023, pernottando a destinazione.

A luglio 2023 in Italia si può stimare un’inflazione reale del 12%, ma nel comparto delle vacanze l’aumento dei prezzi si tradurrà in rincari anche al di sopra del 20% sui prezzi dell’anno precedente. L’estremo maggiore in Ue sarà tuttavia del 22,5% in alcuni Paesi come l’Ungheria. Gli aumenti si registreranno anche sul versante dei trasporti marittimi: già lo scorso anno le tariffe dei traghetti erano aumentate del 19,4% rispetto all’anno precedente e nell’estate 2023 si prevede possano subire un rincaro anche superiore ad un ulteriore 20%.