Claudio Filippi, garante dei dati personali, ha spiegato come tutte le informazioni che riguardano la nostra salute fanno parte del trattamento dei dati personali. La protezione deve riguardare anche la esattezza del dato.

 

 

 

Brando Benifei ha chiarito che il Parlamento europeo sta discutendo su tutti i prodotti che attengono all’intelligenza artificiale in ambito sanitario.

 

Per Luca Nicoletti il primo step per la strategia “cloud” è la classificazione a vari livelli, fino a quello della sicurezza nazionale. Non dimenticando che l’applicazione degli algoritmi non deve trascurare la correttezza.

 

Francesco Fedele ha confermato che di telemedicina si parla da anni, ma non è stata mai applicata in modo strutturale. I cardiologi sono stati facilitati dalla possibilità di controllo a distanza, solo al Policlinico Umberto primo di Roma ci sono 1.800 pazienti con 200 alert giornalieri di controllo. Fondamentale però rimane l’esigenza di avere una piattaforma unica, adesso è una babele.

 

Nicoletta Luppi ha confermato il lato positivo di poter seguire il paziente da lontano, sempre che la telemedicina agisca in condizioni di interoperabilità, altrimenti stiamo parlando di scatole vuote. La pandemia ha dimostrato che i pazienti potevano essere seguiti e monitorati anche stando a casa. Si tratta di innovazioni che in certi tipi di gravi malattie hanno consentito di raddoppiare l’esistenza in vita.

Ma la gestione dei dati non può prescindere da manager, competenze e collaborazione politica ancora insufficienti. Le informazioni debbono circolare su autostrade informative sicure e condivise.

Nicoletti è tornato sul tema della sicurezza spiegando che “I dati sono il petrolio della nostra era, migliaia di aziende si gestiscono i dati in modo proprio, poche hanno in organico esperti di cyber security. Il settore sanitario non è pronto ad autoproteggersi, oggi si bloccano con un clic gli uffici di Pronto soccorso”.

 

A livello europeo, ha confermato Benifei, ostacola molto l’obbligo di prendere tutte le decisioni all’unanimità, “c’è bisogno di equilibrio e di fiducia, altrimenti si blocca tutto e occorre ricominciare daccapo”.

Ma è assurdo che in Italia esistano 19 Sanità regionali senza una piattaforma comune e condivisa.

 

 

 

 

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Redazione IUS101.it