I cittadini russi lasciavano in Italia 2,5 miliardi di euro l’anno: il settore dei viaggi —già fortemente compromesso da 2 anni di pandemia— subisce un altro duro colpo a causa delle sanzioni comminate alla Russia. Per fortuna riparte il turismo dell’«Italia per l’Italia». Vamonos-Vacanze.it, il tour operator italiano , traccia un bilancio del turismo dalla Russia.

Secondo i dati raccolti dalla piattaforma, prima della crisi pandemica, nel 2019, il turismo russo generava in Italia 1,7 milioni di arrivi e 5,8 milioni di presenze, producendo un volume d’affari di 2,5 miliardi di euro. Un danno notevole che colpisce prevalentemente gli alberghi a 5 stelle e l’indotto del luxury travel, soprattutto nelle località tanto amate dai russi come la Sardegna o come Forte dei Marmi, dove oggi —con molti meno russi— vi è chi ricorda l’era degli Agnelli, degli Orlando, dei Rizzoli. Mete che rimangono d’élite ma più sobrie. «Ma è difficile fare paragoni, perché il fenomeno russo dagli Anni Ottanta ad oggi è arrivato a 40 anni di maturazione.» spiega Emma Lenoci, fondatrice di Vamonos-vacanze.it.

Il salto più grosso lo si è però potuto registrare a partire dal 2003, quando Vladimir Putin fu ospite di Silvio Berlusconi nella stessa villa in cui l’anno precedente avevano trascorso qualche giorno in riva al mare le sue due figlie adolescenti: Maria e Iekaterina.

Chi sono i tipici turisti russi? «Certamente big spender, ma non solo magnati ed oligarchi: il turismo russo è fatto anche da persone medie con un alto tenore di vita che spendevano mediamente nel nostro Paese 170 euro al giorno, il 65% in più rispetto alla spesa media degli altri turisti stranieri». Ora però tutto questo è compromesso. Il flusso di presenze e di denaro è messo in mora dal conflitto Mosca-Kiev e dal fatto che per i russi è ogni volta oggettivamente più difficile arrivare in Italia.

Per fortuna riparte il turismo dell’«Italia per l’Italia». Nell’ambito delle prenotazioni sul portale Vamonos-vacanze.it relative al mese di luglio 2022, si conferma la domanda per i gioielli italiani (+32% sul 2021) —con Sardegna, Sicilia e Puglia sempre in testa— e per le vacanze in barca a vela (+21%).