Il 25 settembre tutti al voto. Beh, forse è un po’ ottimistico dire tutti, se pensiamo che a giugno soltanto il 55% degli italiani è andato a votare. Ancora più preoccupante è la composizione sociale di coloro che non si sono astenuti. E’ andato al seggio soltanto  il 28% degli elettori a basso reddito, contro il 63% di quelli a medio e il 79% dei ricchi. I rischi sono molto chiari. Il prossimo parlamento, se questo andamento dovesse essere confermato, potrebbe essere eletto da poco più della maggioranza degli italiani, in gran parte ricchi. Sarebbe un ulteriore colpo alla nostra democrazia, già indebolita dalla crisi dei partiti, da una legge elettorale che ha abolito il rapporto diretto tra eletto ed elettore con l’assurdo meccanismo delle liste bloccate. Certo, è sempre lecito astenersi. In alcuni casi può essere anche giusto, soprattutto se si tratti di una scelta consapevole e ponderata. Ma temo che non sia questo il caso. Gli italiani non vanno a votare perché sono stanchi della politica sfiduciati e disincantati.

Ma facciamo attenzione, non votare significa delegare agli altri la scelta di chi poi ci governa, decide le nostre tasse, la politica del lavoro, della scuola, della Sanità,

decide se stare con l’Ucraina o con Putin. Per questo credo sia giusto e indispensabile partecipare. Solo così potremo giudicare l’operato di chi, in nome del popolo, ha governato il Paese e magari decidere di cambiarlo, cosa che si può fare soltanto nei paesi democratici e non nelle dittature come in Russia e in Cina, che infatti ci vedono come una minaccia per il loro sistema di potere.

Anche i giovani devono essere protagonisti della battaglia elettorale. Basterebbe ricordargli, quelle scelte scellerate di finanza pubblica degli ultimi anni che dovranno pagare. Quanta miopia sull’ambiente hanno dovuto sopportare con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Ancora una volta dovremmo ascoltare le parole del presidente della Repubblica Mattarella, che in settimana, a Ravenna, ha ricordato gli anni bui del fascismo commemorando gli assalti delle squadracce di Italo Balbo alle sedi delle cooperative romagnole e i sacrifici di chi si oppose al regime e liberò poi l’Italia dalla dittatura.

La democrazia ha detto Mattarella nasce da questa diffusa coscienza della responsabilità di Ciascuno nella difesa della comune libertà. È stata ed è una conquista di popolo. A noi tocca rigenerarla ogni giorno chiamando i più giovani a esserne protagonisti.

 

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Luigi Contu

Direttore Ansa