Gli interventi hanno spaziato dal controllo e repressione alle possibilità di sviluppo. Matteo Benozzo, professore di Diritto ambientale all’Università di Macerata, ha spiegato come da una disponibilità che sembrava quasi inesauribile si è passati all’attuale crisi energetica.

Una visione corta che ci ha fatto abbandonare lo sfruttamento dei nostri giacimenti del gas, privilegiando acquisti a basso prezzo. Il presidente dell’Enel Michele Crisostomo si è chiesto se sarà possibile raggiungere zero emissioni nel 2050: “Ebbene, questo risultato si può raggiungere.

Oggi abbiamo rinnovabili che possono essere capillari, flessibili, efficienti, soprattutto se associate ai sistemi di accumulo. La strada inevitabile è accelerare sulle rinnovabili. La crisi si era già manifestata anche prima della guerra russo-ucraina, già a novembre 2021 i prezzi del gas erano stellari. In caso di proposta UE di tetto ai prezzi, solo l’aspettativa può avere influenza sul prezzo del gas”.

Teo Luzi, comandante generale dei Carabinieri, ha illustrato il largo raggio di intervento dell’Arma. “Innanzi tutto, abbiano 5.400 caserme sparse sul territorio e cerchiamo in casa nostra di abbattere i consumi. In termini di sensibilità siamo tra i primi paesi nell’interesse del problema. Abbiamo un centro di eccellenza in materia ambientale e stiamo firmando un accordo con l’Onu per ospitarlo a Sabaudia. Ma il grosso dell’attività è nella difesa del territorio partendo dal principio che un ambiente deturpato non si ripristina. E poi nella repressione dei reati che in questo settore hanno un ventaglio di attività enormi: dal traffico dei certificati energetici ai parchi eolici controllati dalla mafia trapanese, dallo smaltimento dei rifiuti alle discariche abusive”.

L’ammiraglio Nicola Carlone, comandante delle Capitanerie di porto, ha delineato l’intera attività di controllo a difesa del mare: l’inquinamento dei trasporti marittimi in tema di anidride carbonica incide soltanto per il 2,4 per cento; il controllo nelle 54 città italiane che ospitano porti commerciali vengono a poco a poco standardizzati per raccordare le navi a fonti energie decarbonizzate; gli sversamenti in mare delle navi cisterna sono sotto controllo satellitare e non sfuggono più a ogni controllo; il nostro parco navi è tredicesimo al mondo e le capitanerie riescono a gestirne bene traffico ed emissioni.

Massimiliano Atelli, presidente di commissione VIA VAS del ministero della Transizione ecologica, ha confermato i buoni risultati conseguiti da un paio d’anni grazie alle misure del PNRR che hanno consentito di decuplicare la media tenuta nel decennio precedente sulla produzione energetica nazionale.

“Certo, rimangono conflitti e ricorsi; ma in molte situazioni, in cui sorgono contrasti tra le richieste del ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali, è giusto che sia il Consiglio dei ministri a prendere la decisione finale, anche nell’interesse delle prossime generazioni”.

 

 

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Redazione IUS101.it