“Il tema della sicurezza economica è trasversale e sganciato da qualsiasi confine. Senza collaborazione tra paesi, tra pubblico e privato e anche tra singoli, non si va da nessuna parte”.

Nunzia Ciardi, vice direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ha analizzato il problema partendo dalla convinzione che sia “il fattore umano l’anello debole della catena”. Negli ultimi vent’anni (Facebook nacque nel 2004) è cambiato il rapporto con la realtà, sono state stravolte le nostre vite di relazione, sentimentali, economiche. Una situazione impensabile nel secolo scorso che ci porta a confrontarci con i rischi connessi a tutto questo. “Basti pensare quali danni possono produrre gli attacchi cyber ai caselli stradali o alla sanità, ai centri di Pronto soccorso degli ospedali, a strutture che di colpo rischiano di bloccarsi mettendo a repentaglio le nostre esistenze. Occorre investire su professionalità maggiori se vogliamo contrastare questi rischi che guerra e pandemia hanno incrementato a dismisura”.

Il capo della Polizia Lamberto Giannini ha analizzato il problema anche dal punto di vista dell’ordine pubblico: le attuali difficoltà economiche fanno presagire manifestazioni di piazza che è sempre più difficile tenere sotto controllo “perché il dissenso è legittimo e la protesta va rispettata”. Ma occorre evitare infiltrazioni e turbative, come è accaduto a volte con i cortei no-vax che durante la pandemia venivano “convocati” attraverso internet e coinvolgevano decine di città in tutto il Paese. “Ora il conflitto in Ucraina – ha aggiunto Giannini – ci pone di fronte ad altre prospettive, il dissenso e la protesta possono essere originate dalle difficoltà economiche. E noi dobbiamo sempre tener presente il fattore umano e agire con oculatezza per impedire che venga innalzato il livello della protesta”. Protesta che riguarderà sicuramente costi e approvvigionamenti nel settore energetico.

Il direttore dell’Enel Nicola Lanzetta ha spiegato come la sicurezza degli impianti venga garantita, ma ha pure illustrato l’attuale situazione: “Non possiamo continuare con l’attuale struttura per l’energia – ha detto – perché i nostri fornitori di gas sono paesi per così dire ‘particolari’ e possono in autonomia decidere cosa fare e metterci in crisi”. Lanzetta ha quindi illustrato le cinque fonti coinvolte: 1) Sole, acqua e vento. Siamo il secondo paese dei 27 Stati europei che ricavano energie da questi settori. 2) Consumi gas da trasformare: il riscaldamento si può avere dalla elettricità, ricavabile però da fonti rinnovabili. Occorre puntare a ottenere più elettricità possibile con apposite fonti rinnovabili. 3) I fossili comunque resteranno per produrre energia, ma possiamo stoccarli nelle navi e poi immetterli nella rete.

Le navi metaniere il gas possono comprarlo ovunque e liberarci dalla dipendenza dai singoli paesi produttori che oggi ci condizionano. 4) Pannelli solari e relativa tecnologia. La Cina produce oggi il 75% di questi pannelli, dobbiamo fare in proprio. A Catania l’Enel prevede di implementare 15 volte questo tipo di produzione e la nostra fabbrica diventerà la prima in Europa. 5) Ci sarà un grande sviluppo di energia prodotta dalle batterie e noi siamo pronti a inserirci in questo pilastro energetico”.

 

Edward Llewellyn, ambasciatore del Regno Unito in Italia, ha confermato il livello di amicizia e alleanza esistente in Italia. “Sono arrivato a Roma il 25 febbraio, il giorno dopo l’invasione dell’Ucraina.

Ho potuto subito constatare come i nostri Paesi abbiano avuto in comune gli interventi di solidarietà stanziando aiuti, promuovendo sanzioni, inviando armi. Siamo ancora fianco a fianco, volendo, anche nelle vicissitudini politiche: ieri il nostro nuovo primo ministro ha incontrato il re, come il vostro presidente del Consiglio nello stesso giorno ha avuto l’approvazione del Parlamento”.

 

Luciano Carta, presidente di Leonardo, ha insistito sulla necessità di fare sistema per quanto riguarda la sicurezza economica, auspicando che ci sia una intelligence impegnata nella protezione e nel sostegno delle aziende strategiche italiane. La raccolta delle informazioni (anche nella lotta alla cyber criminalità) fa parte delle nostre grandi tradizioni: “I mercanti veneziani che giravano il mondo consentivano la crescita economica della città Serenissima anche con i loro rapporti ai Dogi. Le  informazioni vanno condivise se vogliamo una crescita della sicurezza economica. E questo concetto è un perimetro che racchiude i nostri gesti quotidiani, familiari e aziendali”.

 

 

 

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Redazione IUS101.it